giovedì 24 gennaio 2013

Top10 of....Paolo Petralia!

Allora, non volevo far piu premesse/introduzioni per le top10, ma per il losco figuro di questa puntata farò un'eccezione.

Paolo Petralia è colui che ha dato vita a S.O.A. zine nel 1989, presto diventata S.O.A. records, storica label dello stivale che ha fatto uscire, tra gli altri, dischi di Agathocles, Taste Of Fear, Comrades, Affluente, Ulcer, Rupture, Peggio Punx, Declino, ecc....

Ex cantante di uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, i COMRADES, paladini del powerviolence italico, e cantante di COLONNA INFAME SKINHEAD e THE 80's (è appena uscito il loro nuovo disco, lo trovate, insieme a una cifrazza di altri dischi a prezzi ridicolmente bassi, sul mailorder http://www.soarecords.it/ , in negozio da HELLNATION a roma e probabilmente in giro per le distro)

Fondatore, insieme a sua moglie Alessandra,  di Vegan Riot ( http://www.veganriot.it/ ) , sito di cucina vegana, corsi di cucina e anche un libro di ricette "VeganRiot: la rivoluzione bolle in pentola."

Passo parola...
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10 dischi a casaccio e probabilmente minori che non faranno mai di te un trendy hipster hardcore ma che il sottoscritto reputa assolutamente importanti!

Di Paolo Petralia


Antischism s/t CD antologico
A cavallo tra la fine ’80 ed inizio ’90 gli Antischism gettano le basi per il neo-crust di qualche lustro successivo, contemporaneamente ai Contropotere e probabilmente senza nemmeno esserne granché coscienti. Voce femminile così come i napoletani, ma più feroci e diretti dei napoletani. Mai troppo passati alla storia, ingiustamente.


Atrox “fiori neri” LP
Italia 1990, l’hardcore è morto o quasi, i sopravvissuti suonano al Monster Of Rock, o si danno a cose più leggere. Gli Atrox, dopo un tot di cassette non tutte così orecchiabili, offrono allo sparuto pubblico rimasto un album stupendo su tutti fronti, dalle liriche immense dagli stop & go inarrestabili. Fuori tempo massimo, fedeli alla linea ma di 5 anni prima, improbabili nelle foto, gli Atrox hanno sempre raccolto la mia stima musicale, tutt’oggi. Il disco regge benissimo anche adesso il segno dei tempi.


Impaled Nazarene “Manifest” 
I gruppi hardcore che superano più di due album belli sono rari. O fanno cose sempre uguali come chessò i Sick Of It All, che trovata la strada giusta, continuano sempre a percorrerla. I gruppi metal danno più certezze, forse perché gira anche più soldo in quella scena. Ho tutti gli album degli Impaled. Avere significa materialmente avere, non mp3 del cazzo in un hard disk del cazzo. Non ho ancora preso l’ultimo degli Slayer, altra band di cui ho tutto. Mentre per gli Impaled non indugio più di qualche giorno alla compera del nuovo disco, appena esce. Non a caso ho un grifone della Finlandia tatuato sulla pancia, se questa non fosse devozione sufficiente. Perché proprio Manifest allora ?!? Perché sarebbe stato troppo semplice ficcarci dentro Suomi Finland Perkele, Latex Cult, un sempreverde All That You Fear o un maestro di cattiveria come Ugra Karma. Noi amanti della nicchia ci rotoliamo in questi pertugi. Manifest è l’ultimo disco bello degli Impaled, classico nella sua folle corsa verso il nuclear metal nichilista. Ascoltate la track “Pandemia” per credere e soprattutto recitatene i cori con il dito indice alzato al cielo a mo’ di j’accuse! Il seguente Road To The Octagon sancisce probabilmente una fase discendente della band, ma appena sarà pronto il nuovo disco, non tergiverserò più di tanto a comprarlo.


Side By Side “you’re only young once” 7” & discografia cd/lp 
Tutti quanti si affannavano all’epoca dietro ai Chain Of Strength, questa storia non l’ho mai mandata giù. Un disco scialbo e registrato male peraltro. E contemporaneamente non si dava il giusto spazio agli stupendi Side By Side, ingiustamente ignorati dalla massa, ma autori di un singolo perfetto nel suo hardcore minimale, sicuramente più hardcore anni ’80 che youth crew a tutti gli effetti. Una piccola perla.


Storm“nordavind” cd/lp 
Quando gente di Darkthrone e Satyricon si incontra, coadiuvati dalla cantante dei 3rd & The Mortal, in quel momento nello splendore luccicante del metallo nero norvegese, quello che ne esce fuori non può andare ignorato. Invece qualcosa va storto, gli Storm passano velocemente, accusati di nazismo e suprematismo della razza norvegese, tanto che la cantante prenderà le distanze dalla band in un successivo momento. Gli Storm in realtà erano troppo metal per piacere ai folk-neopagani e troppo folk per andare giù a tutti metallari doc. L’isteria di folk deathingiunesco ancora non si era affacciata nel 1995 e gli Storm finirono così la loro meteorica carriera lasciando uno stupendo album agli affezionati pochi fans, probabilmente cresciuti in numero dopo la dipartita della band/progetto stessa.


Paul Dianno “the classic Maiden Years” CD
Blaze Baley nessuno se lo ricorda più, voi stessi vi state chiedendo chi cazz’è. Eppure ha inciso lo stesso numero di album coi Maiden di Paul. Solo che Paul è Paul, anche adesso, pelato, tatuato in testa, sovrappeso, claudicante, evasore di tasse, senza un gruppo vero e proprio. Un vero e proprio rocker sfigato. Un “The Wrestler” dell’hard rock/metal se vogliamo. 
12 pezzi dei primordi maideniani risuonati da mezza formazione di italiani e ricantati dallo stesso Paul con un approccio alla volte più punk, alle volte più hard degli originali, piazzando anche un paio di gutturali grind qua e la. 
Paul Dianno che coverizza i pezzi che lui stesso cantava con i Maiden 25 anni dopo… ce ne era bsiogno ? Assolutamente si!


Anti Cimex “absolute country of Sweden” LP/CD
1990 presi questo disco da Andy della Full Circle, cantante degli Instigators, scrivo scrivo ma tanto non sapete un cazzo, voi. Avevo sentito degli reunion degli Anti tramite un carteggio-intervista con i No Security (che consiglio sempre…). Sul disco compariva questo poco vivace adesivo nero che recitava “no metal, no funk, no death, solo puro e semplice discharge-hardcore… il modo in cui dovrebbe sempre essere”. Più dichiarazione di intenti di così ?!? Massiccio disco di granitico hc-punk che lastrica la strada al futuro Kang, anche se dal suono particolarmente nitido. Un classicone dotato di uno dei migliori intro della storia del punk europeo. Contando poi che in quel momento i gruppi punk erano per ¾ ed i rimanenti tentavano la strada di un crossover né carnè né pesce, ma piscio…


Moonsorrow “voimasta ja kunniasta” & Falkenbach “… magni blandinn ok megintiri…” CD 
Ok io c’ho provato in tutti i modi a spingere il viking metal ma mi si rema contro, voi cazzo di hardcorettari intrippati con il thrash metal tedesco anni ’80 figli di papà. E’ probabile che con il viking metal non si scopi, ma secondo me manco con gli Exhumer, i Detente, gli Holy Moses e probabilmente manco con i Kreator di Pleasure to Kill, correggetemi se baglio. 
Ad ogni modo, finnici i primi, isalndese trapiantato in krande cermania il secondo (autore di tutti i pezzi ed aiutato a suonarli da turnisti vari) , 6 album per i primi, 5 per il secondo. 
Neopaganesimo metal a gogo, fanno di questi due album, tra i primi di entrambe le formazioni due piccoli cult da assaporare oziando mentre bevete cervogia del cranio di un vostro nemico a caso. Due classici del genere che vi faranno rimpiangere di essere nati sotto le alpi e non potervi vestire di pelli d’orso. Guai a non procurarseli!


The Exploited “punk’s not dead” LP/CD
Chiunque sopra i 16 anni si vergognerebbe un minimo a dire di esser fan degli Exploited a meno di ficcarli in mezzo a Gbh, Special Duties, Broken Bones, Discharge ed altri 15, sussurandone poi flebilmente il nome, possibilmente tossendo e con finto incomprensibile accento british. La mia storia con gli Exploited è andata avanti tra amore ed odio. Comprai intere discografie per posta, su vinile a 2000lire al pezzo sul finire degli anni ’80. In quel momento usciva il Mlp War Now che comprai fresco fresco di stampa. Era un proto crossover pestone senza infamia e senza lode. Mi liberai della discografia praticamente in blocco per investire in gruppi più degni di stima. Qualche anno più tardi, non pochi, ricominciai a reinvestire nel classico punk inglese, spinto dalla mesta deriva metal del Mio hardcore (il metal deve essere metal e l’hc deve essere hardcore, perdio!) ed ovviamente non potei non imbattermi anche forzosamente negli Exploited. Ne guadagnai. Punk’s Not Dead è IL disco punk per eccellenza, dotato di ignoranza, spikes e scelleratezza. Non vergognatevene più! Mai!


Brutal Truth “extreme conditions demand extreme responses” lp/cd
Correva l’anno satani 1992. I fasti del grindcore, così come lo avevamo conosciuto noi giovini aitanti italici, erano ormai seppelliti, spazzati via da gruppi storici votati ora al più remunerativo piatto death metal o sconfitti dall’eccesso di furia iconoclasta. Non mi sono mai ripreso dalla dipartita di Lee Dorrian dai Napalm’s, per fare che poi ? Un gruppo lento e noioso che strizzava l’occhio a sonorità di 15 anni prima che ho sempre odiato. Bene, quando tutto sembrava defunto la stessa etichetta che aveva consegnato alla storia della musica i pionieristici mostri sacri, tira fuori dal cilindro un gruppo con un bassista d’eccezione già noto qua per essere cimentato nei primi e brutti Anthrax, nei superlativi Nuclear Assault o nei controversi ma da tutti osannati S.O.D. La nuova rinascita di Dan Lilker, con i suoi Brutal Truth era pronta, il disco un vero killer a quattro mani. Per il sottoscritto una vera apoteosi di tecnica grind. Il secondo già era un pelo sottostante. Dal secondo in poi , con il passaggio da Earache a Relapse i Brutal non l’ho più cagati, lasciandoli al loro pubblico di segaioli pugnettisti; la ferocia svanita, l’iconoclastia pure. Peccato. E so già che se qualcuno leggerà fino a questo punto avrà sicuramente qualcosa da dire a riguardo…





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